lunedì 30 aprile 2018

Pacifisti e disarmisti di tutto il mondo unitevi


PACIFISTI E DISARMISTI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI !

Il Tavolo per la Pace della Val di Cecina parteciperà al presidio a Camp Darby il 1 maggio. Il presidio contro i treni della morte e la base usa è stato organizzato dalla rete civica di Livorno contro la normalità della guerra. Orario di inizio ore 10.30.
Attualmente Camp Darby è il più grande deposito di armi del Mediterraneo e la Toscana si è trasformata nel corridoio degli armamenti. Da qui passano tutte le bombe e tutte le munizioni dirette in Siria, nello Yemen e in varie aree del globo. Per farle passare più rapidamente allargano la base per collegarla via ferrovia al porto nucleare di Livorno e all’hub di Pisa. Pazienza se c’è da tagliare 1000 alberi nella pineta di Tombolo.. Quando c'è da far passare i carrarmati si fa qualunque cosa, anche contro la volontà dei cittadini. L’allargamento di Camp Darby è propedeutico alla guerra, non alla Pace. Intanto, proprio in questi giorni sono entrati in Siria con armi e bagagli gli eserciti tedesco e francese anche se le Tv non ne parlano. Ce lo confermano più fonti attendibili fra cui Michael Gorbachov.
Grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo, la base ha svolto una funzione fondamentale nelle operazioni belliche degli USA in Medio Oriente, specie negli anni '80 e '90.
A Camp Darby si rifornirono le portaerei che colpirono la Libia nei raid contro Gheddafi, da Camp Darby partirono le munizioni che bombardarono Beirut, da Camp Darby partirono buona parte delle munizioni impiegate nella guerra contro l'Iraq ma da Camp Darby partirono anche grandi quantitativi di armi destinate ai gruppi paramilitari centroamericani impegnati a spegnere nel sangue le lotte popolari.
Nel 1988 si scoprì che dal porto di Livorno erano partite diverse centinaia di tonnellate di armi dirette ai fascisti honduregni e nicaraguensi.
Ma nel 1986 si scoprì anche che la base di Livorno era stata al centro di un traffico segreto di armi verso l'Iran, ne seguì uno scandalo clamoroso perché fu dimostrato il coinvolgimento della CIA con la connivenza dei servizi segreti e del governo italiano. Naturalmente nel giro di pochi mesi lo scandalo fu insabbiato. Ma la lista potrebbe proseguire a lungo e con dettagli inquietanti, come ha ripetutamente testimoniato il giudice Imposimato in più occasioni, anche in relazione alla tragedia della Moby Prince.
Noi Toscani siamo per la Pace, da secoli. E camp darby non ce lo vogliamo più !!!!!!
Lo vogliamo riconvertito a uso civile affinchè serva all’economia di pace e al territorio, non alla guerra.
Segreteria Tavolo per la Pace della val di Cecina
Comune di Castagneto Carducci (LI)
Via della Repubblica 15/B
Tel 0565 778276 - Fax 0565 763845 cell. 3332526023

giovedì 26 aprile 2018

Guernica


GUERNICA
 

26 aprile 1937: Guernica bombardata, l’orrore nazista che ispira Picasso...
"Avete fatto voi questo orrore, maestro? ", gli chiese un ufficiale nazista…. "No, l'avete fatto voi", rispose Picasso.
Nella foto il suo capolavoro che denuncia gli orrori della guerra, rivisitato dai ragazzi delle scuole medie di Pomarance (PI).
Un’opera dedicata a tutte le vittime innocenti delle tante stragi in atto...perchè al di là delle possibili interpretazioni delle varie figure, Guernica esprime con forza (e mostra) gli orrori della guerra, è un’opera senza tempo che si potrebbe applicare a tutte le guerre ed a tutte le stragi.
In questo periodo guerre terribili imperversano ancora sul nostro pianeta.....
non solo le guerre con le bombe.... anche la guerra che quotidianamente annienta l'UOMO, la sua dignità, che calpesta tutti i diritti più inalienabili dei più deboli.... che ha annientato la GIUSTIZIA e che sta rendendo questo mondo invivibile.....

L'albero della pace


L’albero della pace nel Parco delle Sughere

Un simbolo vivente della vita e della pace. Un giovane albero di cachi messo a dimora nel giorno della festa della Liberazione nel Parco delle Sughere dai volontari dell’Anpi di Castagneto Carducci e del Tavolo per la pace della Bassa Val di Cecina. Ad assistere alla cerimonia la sindaca di Castagneto Sandra Scarpellini e l’assessore Catia Mottola.
La varietà di albero da frutto ha un significato speciale. C’è una foto in bianco e nero ha restituirlo. Il 9 agosto 1945 Nagasaki, in Giappone, veniva bombardata con ordigni atomici. Sembrava che qualsiasi creatura vivente fosse morta, invece, sotto le macerie, sono sopravvissuti alcuni alberi e, tra questi, un albero di cachi. Da qui la scelta di farne un simbolo della vita e di pace e di collocarlo in un contesto pubblico. «Con la piantumazione dell’albero dei cachi di Nagasaki, vogliamo estendere a tutti i nostri cittadini questo importante messaggio – sottolineano gli organizzatori – in un luogo frequentato da associazioni, bambini, bambine, scuole e chiunque voglia, per motivi diversi, ma sempre con l’obbiettivo finale di condividere momenti di gioia e impegno comune».

Segreteria Tavolo per la Pace della val di Cecina
Comune di Castagneto Carducci (LI)
Via della Repubblica 15/B
Tel 0565 778276 - Fax 0565 763845 cell. 3332526023

martedì 10 aprile 2018

Il coraggio di essere scomodi




Tavolo per la Pace della val di Cecina

Comunicato stampa

Castagneto Carducci li 9/4/2018


IL CORAGGIO DI ESSERE SCOMODI

Si terrà venerdi 13 aprile alle ore 18 presso la sala polivalente del “Bocciodromo” a Cecina, la presentazione del libro “Sebben che siamo donne”, storie di donne rivoluzionarie, di Paola Staccioli con un contributo di Silvia Baraldini.
L’iniziativa ha degli ottimi compagni di viaggio come l’Arci Bassa val di Cecina, il Comitato No guerra No NATO con sede a Firenze, la Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà (Wilpf) comitato locale di Livorno e l'Associazione Mestizzaje di Cecina.
Perchè il Tavolo per la Pace della val di Cecina insieme alle suddette associazioni ha deciso di presentare questo libro, a dir la verità, un po' scomodo per la tematica che affronta?
Il libro è nato per dare un volto e un perché a una congiunzione. «Nel commando c’era anche una donna...», titolavano spesso i giornali qualche decennio fa. Anche. Un mondo intero racchiuso in una parola. A sottolineare l’eccezionalità ed escludere la dignità di una scelta. Sia pure in negativo. Nel sentire comune, una donna prende le armi per amore di un uomo, per cattive conoscenze. Mai per decisione autonoma. Al genere femminile spetta un ruolo rassicurante.
In un’epoca in cui sembra difficile persino schierarsi «controcorrente», le «streghe» delle quali si racconta nel libro emergono dal recente passato con la forza delle loro scelte. Dieci militanti politiche (Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana Blefari) che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno. Un romanzo biografico corale per capire la storia recente del nostro paese attraverso le scelte di dieci donne. Come nel libro così anche all’iniziativa vi sarà un contributo di Silvia Baraldini, tra l’altro, dal 1999 cittadina onoraria di un comune della val di Cecina. Sarà uno spaccato completamente diverso, infatti non sarà solo la presentazione di un libro, ma anche una lettura di poesie e un dibattito dove il tema sarà sempre e comunque “le donne e la società in cui vivono e hanno vissuto”.
Alla presentazione del libro, dichiara Jeff Hoffman, uno dei due coordinatori del Tavolo per la Pace, seguirà una cena raccolta fondi dove con 18 euro si potranno gustare ottimi piatti messi a disposizione dai gentili gestori del Ristorante “L’Acqua Pazza” in via Carlo Ginori n. 89 a Marina di Cecina.
Prenotazioni alla segreteria del Tavolo Pace 0565 778276 oppure al 333 2526023.

Il coordinatore della Bassa val di Cecina: Jeff Hoffman  cell. 328 8077994

Segreteria Tavolo per la Pace della val di Cecina
Comune di Castagneto Carducci (LI)
Via della Repubblica 15/B
Tel 0565 778276 - Fax 0565 763845 cell. 3332526023

Masters of war


PADRONI DELLA GUERRA
(Masters of war – Bob Dylan 1963)

"Masters of war" fa sussultare lo stesso Dylan. "Non avevo davvero scritto niente di simile prima," ricorda "non canto canzoni dove si augura la morte a qualcuno, ma in questa non ho potuto farne a meno.
La canzone è come un cazzotto, una reazione alla goccia che fa traboccare il vaso, un sentimento del tipo "cosa puoi fare?".
La collera (che è tanto angoscia quanto rabbia) è una sorta di catarsi, un modo per ottenere un sollievo temporaneo da una sensazione pesante di impotenza che affligge molti che non riescono a capire una civiltà che spinge con i propri mezzi truffaldini a dimenticare, e che definisce tale atto un’azione di pace.

Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole
Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giù nella fogna
Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango
Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene.
Che cosa sono io per parlare quando
non è il mio turno?
Direte che sono giovane
direte che non ne so abbastanza. 
Ma c'è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi:
so che perfino Gesù
non perdonerebbe quello che fate
Voglio farvi una domanda:
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe?
Io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l'anima
E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
in un pallido pomeriggio
e guarderò mentre
vi calano giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siate morti !





mercoledì 4 aprile 2018

Cena di autofinanziamento


Cena di autofinanziamento

per il sostegno delle attività del Tavolo per la Pace della Val di Cecina



Schengen per forze NATO


Ue, Area Schengen per le forze Nato


La Commissione europea ha presentato il 28 marzo il Piano d’azione sulla mobilità militare. «Facilitando la mobilità militare all’interno della Ue – spiega la rappresentante esteri dell’Unione, Federica Mogherini – possiamo reagire più efficacemente quando sorgono le sfide». Anche se non lo dice, è evidente il riferimento alla «aggressione russa».
Il Piano d’azione è stato deciso in realtà non dalla Ue, ma dal Pentagono e dalla Nato.
Nel 2015, il generale Ben Hodges, comandante delle forze terrestri Usa in Europa (U.S. Army Europe), ha richiesto l’istituzione di «un’Area Schengen militare» così che le forze Usa, per fronteggiare «l’aggressione russa», possano muoversi con la massima rapidità da un paese europeo all’altro, senza essere rallentate da regolamenti nazionali e procedure doganali.
Tale richiesta è stata fatta propria dalla Nato: il Consiglio Nord Atlantico, riunitosi l’8 novembre 2017 a livello di ministri della Difesa, ha chiesto ufficialmente all’Unione europea di «applicare legislazioni nazionali che facilitino il passaggio di forze militari attraverso le frontiere» e, allo stesso tempo, di «migliorare le infrastrutture civili così che siano adattate alle esigenze militari».
Il 15 febbraio 2018, il Consiglio Nord Atlantico a livello di ministri della Difesa ha annunciato la costituzione di un nuovo Comando logistico Nato per «migliorare il movimento in Europa di truppe ed equipaggiamenti essenziali alla difesa».
Poco più di un mese dopo, l’Unione europea ha presentato il Piano d’azione sulla mobilità militare, che risponde esattamente ai requisiti stabiliti dal Pentagono e dalla Nato. Esso prevede di «semplificare le formalità doganali per le operazioni militari e il trasporto di merci pericolose di tipo militare».
Si prepara così «l’Area Schengen militare», con la differenza che a circolare liberamente non sono persone ma carrarmati. Movimentare carrarmati e altri mezzi militari su strada e per ferrovia non è però lo stessa cosa che farvi circolare normali autoveicoli e treni.
Si devono perciò rimuovere «le esistenti barriere alla mobilità militare», modificando «le infrastrutture non adatte al peso o alle dimensioni dei mezzi militari, in particolare ponti e ferrovie con insufficiente capacità di carico». Ad esempio, se un ponte non è in grado di reggere il peso di una colonna di carrarmati, dovrà essere rafforzato o ricostruito.
La Commissione europea «individuerà le parti della rete trans-europea dei trasporti adatte al trasporto militare, stabilendo le necessarie modifiche». Esse dovranno essere effettuate lungo decine di migliaia di chilometri della rete stradale e ferroviaria. Ciò richiederà una enorme spesa a carico dei paesi membri, con un «possibile contributo finanziario Ue per tali opere».
Saremo comunque sempre noi cittadini europei a pagare queste «grandi opere», inutili per usi civili, con conseguenti tagli alle spese sociali e agli investimenti in opere di pubblica utilità. In Italia, dove scarseggiano i fondi per la ricostruzione delle zone terremotate, si dovranno spendere miliardi di euro per ricostruire infrastrutture adatte alla mobilità militare.
I 27 paesi della Ue, 21 dei quali appartengono alla Nato, vengono ora chiamati ad esaminare il Piano. L’Italia avrebbe quindi la possibilità di respingerlo.
Questo però significherebbe, per il prossimo governo, opporsi non solo alla Ue ma alla Nato sotto comando Usa, cominciando a sganciarsi dalla strategia che, con l’invenzione della minaccia russa, prepara la guerra, questa sì vera, contro la Russia. Sarebbe una decisione politica fondamentale per il nostro paese ma, data la sudditanza agli Usa, resta nel regno della fantapolitica.
di Manlio Dinucci
il manifesto, 3 aprile 2018

martedì 3 aprile 2018

Schengen militare


La Commissione europea propone di aprire l’Unione agli eserciti della NATO
[ Rete Voltaire - 30 marzo 2018 ]

Il 28 marzo 2018 la Commissione europea ha presentato un piano per uno «Schengen militare».
Diversamente da quel che potrebbe suggerire il riferimento agli accordi di libera circolazione di Schengen, lo «Schengen militare» non è un progetto europeo, bensì della NATO.
Non mira ad autorizzare la circolazione senza formalità degli eserciti degli Stati membri sul territorio dell’Unione, ma ad accordare questo privilegio a tutti gli eserciti della NATO (compresi gli eserciti USA e turco). Da qui l’importanza prioritariamente accordata a porti e aeroporti che si trovano sulla rete viaria.
Il progetto non deve essere interpretato basandosi sull’attualità (il caso Skripal). È stato concepito dalla NATO due anni fa e se ne trova menzione già in un rapporto parlamentare della UE dell’ottobre 2016. Secondo documenti interni dell’Alleanza, il piano potrebbe diventare operativo sia in caso di guerra contro la Russia sia in caso di sollevamenti popolari in uno degli Stati membri della NATO (A quando l’esercito americano per reprimere le rivolte nelle periferie delle grandi città?).
Venticinque dei ventotto Paesi membri della UE sono invitati a stendere una carta delle vie di comunicazione e a precisare i lavori, tunnel e ponti, necessari a rendere le strade praticabili agli eserciti della NATO. Questi Paesi dovranno anche intendersi sulle deroghe alle leggi e ai regolamenti che vietano il trasporto sui loro territori di armi e materiale militare.
[fonte: www.voltairenet.org]