Presidio davanti a Camp
Darby per Guantanamo
Il Tavolo per la Pace della Val di Cecina
parteciperà insieme alla rete civica livornese contro la nuova normalità della
guerra al presidio davanti a camp darby promosso dall’Associazione Italia-Cuba
per chiedere la restituzione della basa di Guantanamo al popolo di Cuba. Al
contempo chiediamo l’immediata cessazione dei lavori di potenziamento della
base di camp darby attraverso la quale il pentagono sta infrangendo le regole
dettate dal 3° articolo del patto atlantico meglio noto come N.A.T.O.
Il presidio avrà
inizio alle ore 11 di sabato 5 gennaio di fronte all’ingresso principale di
camp darby
Guantanamo, Cuba.
Per i millenials e
per tutte le vittime della propaganda è “una prigione per terroristi islamici”
e il simbolo della lotta globale al terrorismo. Per la storia e la geografia
invece, si tratta di una delle tante zone della terra occupate dal braccio
armato dell’Amerika: il pentagono. In Italia ne sappiamo qualcosa anche se
tendiamo a dimenticarcene. Abbiamo più di cento basi militari disseminate sul
suolo italiano ma neanche quelli che parlano di sovranismo sembrano
preoccuparsene, e continuano ad evitare come la peste l’argomento “sovranità”
che la Carta
Costituzionale nomina sin dal primo articolo.
Guantanamo non
è nata come una prigione, è un’enorme base militare nella parte sud est
dell’isola caraibica di Cuba che risale al 1898.
Se facessimo un
sondaggio fra gli studenti scopriremmo che pochi sanno di cosa si tratta, e che
nessun giovane italiano, seppur interconnesso sui social, percepisce il proprio
paese come un territorio occupato. E’ probabile che le giovani generazioni
degli indiani d’America non sentano di essere prigionieri, ci sono nati dentro
alle riserve e per loro è la normalità.
Lo stesso accade per i giovani italiani; il pentagono non si è limitato ad
occupare militarmente l’intero territorio italiano ma ha esteso l’occupazione
alle menti della popolazione. La militarizzazione delle menti, come l’ha
definita Manlio Dinucci, geografo e giornalista. Chi abita vicino alla base di camp
darby ha per lo più la sensazione di “essere al sicuro”, ed è questa la vera
vittoria che gli americani hanno ottenuto sul popolo italiano. “Se c’è qualcosa
di cui aver paura sono i terroristi islamici”… lo può dire chiunque. Il know how del pentagono sull’uso del
“grande fratello” è una verità ormai riconosciuta anche dalla letteratura. Ci
sono persino serie televisive a descrivere le manovre di potere dei governi
usa, ma allora perché gli analisti ed opinionisti dell’intelligéntzia
continuano a negare i motivi del riarmo convenzionale e nucleare degli stati
uniti?
Che ognuno trovi la
sua risposta.
Nel frattempo c’è
qualcuno che dal basso prova a smuovere le acque. Il presidio del 5 gennaio
davanti a camp darby ha lo scopo di allargare la protesta contro le basi usa e
nato in solidarietà con il popolo cubano al quale ci sentiamo vicini. Che gli
usa restituiscano il terreno che hanno occupato militarmente: a Cuba Guantanamo
e a noi camp darby, e tutti quei milioni di km quadrati che ci hanno sottratto
insieme alla sovranità politica ed economica, limitando così anche il nostro
potenziale di sviluppo. Gli stati uniti e il pentagono non possono continuare a
giocare a risiko col mondo affamando, uccidendo e bombardando intere
popolazioni. Se vogliono continuare a farlo
che lo facciano da soli. Vogliamo il rispetto delle convenzioni
internazionali. Siamo per un Italia neutrale e in pace, che cooperi con tutti e
che ridistribuisca quell’enorme fiume di denaro destinato alle spese militari,
destinandolo allo sviluppo e alla tutela del territorio.
Basta
guerre, vogliamo attuare l’art. 11 della Costituzione !
5 gennaio
ore 11.00 di fronte all’ingresso principale di damp darby
https://www.facebook.com/events/316110445666762/
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