mercoledì 2 gennaio 2019

Guantanamo


Presidio davanti a Camp Darby per Guantanamo

Il Tavolo per la Pace della Val di Cecina parteciperà insieme alla rete civica livornese contro la nuova normalità della guerra al presidio davanti a camp darby promosso dall’Associazione Italia-Cuba per chiedere la restituzione della basa di Guantanamo al popolo di Cuba. Al contempo chiediamo l’immediata cessazione dei lavori di potenziamento della base di camp darby attraverso la quale il pentagono sta infrangendo le regole dettate dal 3° articolo del patto atlantico meglio noto come N.A.T.O.
Il presidio avrà inizio alle ore 11 di sabato 5 gennaio di fronte all’ingresso principale di camp darby

Guantanamo, Cuba.
Per i millenials e per tutte le vittime della propaganda è “una prigione per terroristi islamici” e il simbolo della lotta globale al terrorismo. Per la storia e la geografia invece, si tratta di una delle tante zone della terra occupate dal braccio armato dell’Amerika: il pentagono. In Italia ne sappiamo qualcosa anche se tendiamo a dimenticarcene. Abbiamo più di cento basi militari disseminate sul suolo italiano ma neanche quelli che parlano di sovranismo sembrano preoccuparsene, e continuano ad evitare come la peste l’argomento “sovranità” che la Carta Costituzionale nomina sin dal primo articolo.
Guantanamo non è  nata come una prigione,  è un’enorme base militare nella parte sud est dell’isola caraibica di Cuba che risale al 1898.
Se facessimo un sondaggio fra gli studenti scopriremmo che pochi sanno di cosa si tratta, e che nessun giovane italiano, seppur interconnesso sui social, percepisce il proprio paese come un territorio occupato. E’ probabile che le giovani generazioni degli indiani d’America non sentano di essere prigionieri, ci sono nati dentro alle riserve e  per loro è la normalità. Lo stesso accade per i giovani italiani; il pentagono non si è limitato ad occupare militarmente l’intero territorio italiano ma ha esteso l’occupazione alle menti della popolazione. La militarizzazione delle menti, come l’ha definita Manlio Dinucci, geografo e giornalista. Chi abita vicino alla base di camp darby ha per lo più la sensazione di “essere al sicuro”, ed è questa la vera vittoria che gli americani hanno ottenuto sul popolo italiano. “Se c’è qualcosa di cui aver paura sono i terroristi islamici”… lo può dire chiunque.  Il know how del pentagono sull’uso del “grande fratello” è una verità ormai riconosciuta anche dalla letteratura. Ci sono persino serie televisive a descrivere le manovre di potere dei governi usa, ma allora perché gli analisti ed opinionisti dell’intelligéntzia continuano a negare i motivi del riarmo convenzionale e nucleare degli stati uniti?
Che ognuno trovi la sua risposta.
Nel frattempo c’è qualcuno che dal basso prova a smuovere le acque. Il presidio del 5 gennaio davanti a camp darby ha lo scopo di allargare la protesta contro le basi usa e nato in solidarietà con il popolo cubano al quale ci sentiamo vicini. Che gli usa restituiscano il terreno che hanno occupato militarmente: a Cuba Guantanamo e a noi camp darby, e tutti quei milioni di km quadrati che ci hanno sottratto insieme alla sovranità politica ed economica, limitando così anche il nostro potenziale di sviluppo. Gli stati uniti e il pentagono non possono continuare a giocare a risiko col mondo affamando, uccidendo e bombardando intere popolazioni. Se vogliono continuare a farlo  che lo facciano da soli. Vogliamo il rispetto delle convenzioni internazionali. Siamo per un Italia neutrale e in pace, che cooperi con tutti e che ridistribuisca quell’enorme fiume di denaro destinato alle spese militari, destinandolo allo sviluppo e alla tutela del territorio.
Basta guerre, vogliamo attuare l’art. 11 della Costituzione !

5 gennaio ore 11.00 di fronte all’ingresso principale di damp darby

https://www.facebook.com/events/316110445666762/


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