domenica 15 settembre 2013

SUVIGNANO: In mille contro la vendita dell'immobile più grande confiscato alla mafia

SUVIGNANO: In mille contro la vendita dell'immobile più grande confiscato alla mafia
La tenuta confiscata alla mafia, l'ipotesi di un'asta. In corteo amministratori, politici e associazioni. Don Ciotti: Cosa Nostra si combatte sconfiggendo l'illegalità
Con Suvignano sono 44 le Aziende confiscate alla mafia, destinate alla vendita. Il bene confiscato più grande del centro Italia è un’azienda ancora attiva, con dipendenti che sono riusciti a garantire la continuità delle attività agricole, turistiche e di allevamento tipiche della provincia senese. Un vero e proprio “spreco di legalità”...
Domenica 8 Settembre un migliaio di persone in marcia da Monteroni d'Arbia a Suvignano per dire no alla messa all'asta dell'azienda agricola sequestrata nel 1996 da Giovanni Falcone al boss palermitano Vincenzo Piazza e confiscata in via definitiva alla mafia nel 2007.
Per l'azienda sulle colline senesi Regione Toscana, Provincia di Siena e Comune di Monteroni d'Arbia, insieme ad Arci e Libera, avevano presentato nel 2011 un progetto di recupero che coniugasse sviluppo agricolo, lotta per la legalità e tutela del territorio, ma il 21 agosto l'Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati ha deciso di mettere in vendita la tenuta di 700 ettari su base d'asta di 22 milioni di euro.
«Chiediamo quanto prima al Governo di riattivare il tavolo per portare in fondo dopo 20 anni di sequestro la vicenda di Suvignano - ha sottolineato il sindaco di Monteroni d'Arbia Jacopo Armini -. Sembra ci siano spiragli e la vicenda di Suvignano è diventato un caso nazionale che ha costretto il viceministro degli Interni Filippo Bubbico a dire che chiederà all'Agenzia nazionale di rivedere la propria posizione. Ora dobbiamo lavorare perchè questo spiraglio diventi una porta che rimanga aperta».
Gli fa eco il sottosegretario alle Infrastrutture: «Per quanto è nelle mie possibilità farò di tutto per evitare la messa all'asta dell'azienda agricola modello di Suvignano, e ho chiesto all'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità di evitare una beffa per la Regione Toscana, gli enti locali e le tante associazioni di volontariato a partire da Libera, impegnati nella lotta alle mafie. Vendere la tenuta al miglior offerente significa cancellare anni di lavoro, gestione e impegno per la legalità. Una scelta tanto più assurda se pensiamo alle difficoltà estreme causa burocrazie e vincoli di ogni tipo, nella dismissione di migliaia di beni e immobili pubblici inutili e inutilizzati».
Alla marcia ha partecipato anche Franco La Torre, figlio di Pio La Torre e esponente nazionale di Libera, che ha evidenziato: «Il rischio che torni nelle mani della mafia c'è perchè la criminalità organizzata dispone di ingenti capitali, gli stessi che consentirono oltre 30 anni fa al mafioso Piazza di riciclare il denaro per acquistare questa azienda. Per questo ci dobbiamo opporre alla vendita perchè questa è un'azienda sana. Se fosse ancora vivo mio padre oggi sarebbe qui a marciare con noi».
Oltre 50 tra associazioni ed enti locali che hanno preso parta alla manifestazione tra cui la Fondazione Falcone, Legambiente, Libera, Cgil, Avviso Pubblico, Coop Centro Italia, ANPAS Pubbliche Assistenze Toscana, con il referente Graziano Pacini, in rappresentanza anche del Tavolo per la Pace della Val di Cecina...
Tra i presenti i sindaci dei Comuni senesi, l'assessore regionale Vittorio Bugli, il presidente nazionale di Arci Paolo Beni.
«Sconfiggeremo le mafie solo unendo l'azione repressiva con le politiche del lavoro, con i servizi sociali, con quei progetti educativi capaci di risvegliare le conoscenze e bonificare le aree di illegalità, corruzione, abuso che aprono la via al potere mafioso». Così don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in un messaggio inviato agli organizzatori della marcia. «L'idea di mettere all'asta l'azienda rappresenta un tradimento della legge del '96 sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e vanifica il lavoro degli enti locali e delle associazioni di volontariato per salvaguardare una risorsa che non ha solo un valore economico ma anche sociale e civile» ha detto l'onorevole Rosy Bindi del Pd, presente alla marcia".
Infine una buona notizia arrivata l’11/9/2013: Il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, ha annunciato che sarà modificata la norma sui beni confiscati in modo da realizzare il progetto. Ne dà notizia l’agenzia di stampa Ansa che scrive “svolta per la sorte della tenuta agricola di Suvignano (Siena), con i suoi 713 ettari il bene italiano più grande tra quelli confiscati alla mafia”. La tenuta era stata messa in vendita dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata"....

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