Il Tavolo per la Pace della Val di Cecina è una esperienza di coordinamento e di confronto tra tutte le organizzazioni che operano per promuovere la pace, i diritti umani e la solidarietà.
Il coordinatore dell’Alta Val di Cecina: Graziano Pacini cell 320 8461141 Il coordinatore della Bassa Val di Cecina: Michele Bianchi cell. 3402557261 Segreteria Tavolo per la Pace della Val di Cecina Palazzo Comunale di Castagneto Carducci, via Marconi n. 4 Tel 0565 778261 - Fax 0565 763845 cell. 333 2526023 pace@comune.castagneto-carducci.li.it Facebook/Tavolo per la Pace http://tavoloperlapace.blogspot.it/
La Pasqua è un passaggio e tutti, chi con la fede chi senza, ci troviamo necessariamente, volenti o nolenti, a compierne nel corso della vita.
Ecco perché auguro a tutti una serena Pasqua, che tutti possiamo attraversare i passaggi che la vita ci richiede di fare con coraggio e fiducia.
[don Tonino Bello]
Non ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere ed ascoltare personalmente don Tonino Bello.
Sicuramente un uomo di profonda fede e di grande umanità, con un notevole carisma ed un cuore capace di sprigionare contemporaneamente audacia e tenerezza.
Era vescovo, eppure quotidianamente fuori dalle sagrestie e tra la gente, come ad esempio lo si poteva trovare a manifestare con gli operai o quale fondatore di cooperative per aiutare famiglie in difficoltà o ex-tossicodipendenti.
E’ andato a manifestare personalmente contro il potenziamento militare a Crotone, a Gioia del Colle, a Comiso o contro la guerra nel Golfo. Leader non solo di un movimento cattolico, ma di tutti i pacifisti in Italia.
Sebbene molto malato, organizzò e guidò una marcia di pace a piedi tra le strade di Sarajevo sotto i bombardamenti ed il tiro dei cecchini, con tantissimi giovani di tutto il mondo (disse: “quel giorno c’era una nebbia della madonna”).
Manifestò un'opposizione così radicale da attirarsi l'accusa di istigare alla diserzione.
Non è stato solo un grande profeta di pace e di giustizia sociale, un sostenitore convinto della nonviolenza, ma un vero operatore coerente. Il suo sogno era una “Chiesa col grembiule” al servizio dei poveri e non una Chiesa del potere.Auguri Benedetto Randazzo
Il 26 marzo a Roma, conferenza stampa di presentazione della sedicesima edizione della Carovana internazionale antimafie promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico. “Se sai contare inizia a camminare” lo slogan di quest’anno.
Martedì 26 marzo, alle ore 11,30, a Roma, presso la sede della Federazione nazionale stampa italiana, in corso Vittorio Emanuele 349, sarà presentato il programma della sedicesima edizione della Carovana internazionale antimafie, promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil e La Ligue de l’Enseignement.
Il tema di quest’anno è quello dei costi sociali prodotti dall’illegalità economica, in particolare da mafie, corruzione ed evasione fiscale, che ogni anno sottraggono circa 500 miliardi di euro alla collettività.
Lo slogan scelto dagli organizzatori è “Se sai contare inizia a camminare”... [leggi tutto... ]
Roger Waters boicotta Israele: "ha perso il controllo"
Il leader dei Pink Floyd: «Suonare lì non avrebbe effetti di sensibilizzazione».
[fonte: http://popoff.globalist.it]
Roger Waters invita i suoi colleghi musicisti a boicottare Israele con un meccanismo simile a quello messo in atto durante gli anni dell'apartheid in Sud Africa.
L'ex bassista dei Pink Floyd accusa il governo israeliano di utilizzare politiche analoghe a quelle sudafricane nell'occupazione della West Bank e dei territori di Gaza.
«Hanno perso ogni controllo. Mi sembra che andare lì e mettersi a suonare il violino per loro non avrebbe questi grandi effetti di sensibilizzazione».
Chi conosce i trascorsi della storica band non si meraviglia. Molte tracce sono reperibili sul web.
"The Wall" (1979), uno dei dischi più conosciuti è un album apertamente anti-autoritario e antifascista. Il brano “Another brick in the wall” fu anche l'inno degli studenti neri sudafricani nel 1980 durante la rivolta di Elsie's River per protestare contro la propaganda razziale. Il 2 maggio dello stesso anno la canzone fu censurata in quello stato... [leggi tutto... ]
Chiediamo l'esproprio del casolaredove fu ucciso PEPPINO IMPASTATO
[di Benedetto Randazzo]
Peppino Impastato, per aver denunciato dai microfoni della sua radio le attività della mafia, fu assassinato il 9 maggio del 1978.
Gli assassini tentarono di farlo credere un attentatore facendolo saltare sui binari della ferrovia. La caparbietà dei suoi compagni, che trovarono in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, fece però affiorare la verità.
Ora, il casolare di contrada Feudo, a Cinisi (PA), dove lo hanno massacrato ed ucciso 35 anni fa è stato trasformato in una discarica, il terreno circostante è coperto da letame e lo stato di conservazione dell'edificio è talmente grave che rischia il crollo.
Aderisci alla petizione, firma direttamente su: www.change.org/peppinoimpastatoperché è necessario per una società che si definisce civile, tutelare i luoghi della memoria, come il casolare in cui fu ucciso Peppino Impastato, martire della lotta contro la mafia.
leggi testo della petizione che dall'11 marzo ha avuto oltre 27.000 adesioni dall'Italia e dall'estero
Mafia, 7 anni a Dell'Utri
"Pericolo di fuga", chiesto l'arresto"
[fonte: www.siciliainformazioni.com]
I giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno condannato a 7 anniMarcello Dell’Utri, accogliendo la richiesta del pg Luigi Patronaggio.
I giudici hanno accolto la richiesta di condanna fatta dal magistrato alla fine della requisitoria. “Sostanzialmente la sentenza di condanna a 7 anni per Dell’Utri e’ una conferma della sentenza di secondo grado, e’ stata riconosciuta la responsabilita’ penale per il periodo che arriva fino al 1992. Il pg di Palermo Luigi Patronaggio ha chiesto l’arresto dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, condannato questa sera in appello a 7 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa. La decisione e’ stata presa per evitare il pericolo di fuga dell’imputato. Non si sa ancora se i giudici della terza sezione d’appello abbiano accolto o meno la richiesta del pg. [leggi tutto... ]
"Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie"
Ogni anno, il 21 marzo, comincia la primavera, per tutti, non solo per chi ama il risveglio della natura o la memoria del ciclo della vita.
Ideata e promossa da Libera 18 anni fa, in questo giorno, la "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", non per un semplice ricordo, ma per rinnovare l’impegno di ciascuno contro la criminalità organizzata, 365 giorni l’anno, è diventata la giornata simbolo per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie.
L’associazione ogni anno rinnova, in nome di quelle vittime, il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata esprimendo in modo concreto la vicinanza ai familiari che aspettano da tanto tempo giustizia e verità.
Con l’Associazione Avviso Pubblicoe con l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, quest’annoè stata anche anche la giornata nazionale dell’impegno civile per costruire un futuro fondato sulla legalitá e sul rispetto della Costituzione.
In tante piazze d’Italia, dalla Val D’Aosta alla Sicilia, senza eccezione alcuna, grazie anche alle associazioni dei familiari delle vittime ed a tantissimi volontari, sono stati ricordati i nomi di coloro che hanno perso la vita per non aver voluto cedere alle minacce, ai ricatti, alle richieste di pizzo.
Per queste ragioni sarebbe davvero auspicabile che almeno questo nuovo Parlamento volesse finalmente approvare la proposta che si rinnova ogni anno dalle piazze italiane, di istituire il 21 marzo di ogni anno, la “Giornata della memoria e dell’impegno”, una giornata civile capace di coinvolgere media, scuole, istituzioni, così come é stato chiesto non solo dai molti familiari delle vittime di mafia a cui ha dato voce Don Ciotti il 16 marzo scorso a Firenze, ma anche dal gruppo parlamentare del PD a Montecitorio, che ha depositato questa mattina una proposta di legge, a prima firma del capogruppo Speranza, per istituire, il 21 marzo, la “Giornata nazionale della legalità e della memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie”.
La notizia è stata resa nota dal promotore, il democratico torinese, Davide Mattiello che sottolinea come: “scegliere il 21 di marzo, il primo giorno di primavera, non è una casualità: questa data non è l’anniversario di qualcuno ma è l’atto di rispetto per ciascuna vittima”.
Il parlamentare ha aggiunto, “Auspichiamo che l’iter parlamentare di questa proposta di legge, che trova ampia condivisione ed attesa nella società, parta in tempi brevi”.
La proposta di legge, che è stata firmata anche dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani, c’è da auspicarsi venga fatta propria da tutti i gruppi Parlamentari: l'impegno contro le mafie non è di destra o di sinistra, è di tutti coloro che credono nelle Istituzioni!
Le mafie parlano tutte le lingue. L'unico che non parla sei tu. Rompi il silenzio.
a Cecina presso il Liceo E. Fermi - sede di via Napoli
Cecilia Strada avrà una intervistatrice d’eccezione: Patrizia Pasqui, attrice e scrittrice teatrale di alcuni spettacoli per Emergency, ha collaborato con Giorgio Gaber, Marco Paolini, Sandro Luporini.
Si prospetta quindi una serata tutta al femminile con un occhio rivolto alla legalità internazionale.
l'iniziativa è organizzata da:
Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cecina
CHIEDIAMO L'ESPROPRIO DEL CASOLARE DOVE FU ASSASSINATO PEPPINO IMPASTATO
Peppino Impastato, per aver denunciato dai microfoni della sua radio le attività della mafia, fu assassinato il 9 maggio del 1978. Gli assassini tentarono di farlo credere un attentatore facendolo saltare sui binari della ferrovia. La caparbietà dei suoi compagni, che trovarono in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, fece però affiorare la verità. Ora, il casolare di contrada Feudo, a Cinisi (PA), dove lo hanno massacrato ed ucciso 35 anni fa è stato trasformato in una discarica, il terreno circostante è coperto da letame e lo stato di conservazione dell'edificio è talmente grave che rischia il crollo. Aderisci alla petizione, firma direttamente su: www.change.org/peppinoimpastato questo il testo della petizione: All'attenzione del Presidente della regione Siciliana Rosario Crocetta Ho appreso che il casolare di contrada Feudo, a Cinisi, dove il 9 maggio 1978 fu assassinato Peppino Impastato è ridotto a una discarica. Già nel 2011 era stato lanciato l'allarme anche con una petizione che ha raccolto oltre 3000 firme. Intanto la situazione si è aggravata ed il casolare rischia il crollo. Ho letto del disappunto di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che denuncia: « Mi chiedo se sia un paese civile quello che ricopre con l'immondizia il sangue di mio fratello.
È vergognoso, quel casolare è il luogo della memoria più importante della Sicilia che ha lottato contro la mafia.
Mi chiedono - aggiunge Giovanni - di mettere almeno una targa, ma il tetto è rotto e il proprietario porta qui le mucche a pascolare. Qualche giorno fa mi sono recato sul posto insieme a una scolaresca di ragazzi del Nord, ma ho bloccato tutto perchè ho provato vergogna. Non dico di mettere il tappeto rosso, ma il sindaco potrebbe almeno vigilare sulla pulizia facendo leva sul proprietario. È una questione di dignità, noi qui abbiamo trovato il sangue di Peppino. Mi vado sempre più convincendo che la memoria di Peppino non interessa più a nessuno. Neanche a quelli che dicono di volerla difendere, fra le istituzioni e la cosiddetta società civile. La verità è che siamo stati abbandonati da tutti ». Credo che la Regione abbia il dovere di tenere alto il decoro di un luogo della memoria.
Per questo Con la Presente aderisco all'appello lanciato da Rete 100 passi e chiedo che la procedura promessa dal precedente governo regionale venga realmente attivata con determinazione e che il casolare venga espropriato e consegnato alla collettività.
Credo sia un atto dovuto nel rispetto dell'impegno antimafia di Peppino Impastato e di tutti coloro che sono morti per non aver abbassato la testa.
Danilo Sulis, presidente di Rete 100 passi, ha lanciato la petizione
per chiedere a Rosario Crocetta, Presidente della Regione Siciliana, che
il casolare dove fu ucciso Peppino Impastato venga consegnato alla
collettività.
Firma la petizione: http://change.org/PeppinoImpastatoperché è necessario per una società che si definisce civile
tutelare i luoghi della memoria, come il casolare in cui fu ucciso
Peppino Impastato, martire della lotta contro la mafia.
Sono tantissimi, numerosi e
coloratissimi. Sono e facce di un pezzo d’Italia che dice no alle
mafie. L’appuntamento è alla Fortezza da basso, nel cuore di
Firenze.
Ad aprire il corteo i familiari delle
vittime innocenti della violenza mafiosa, protetti da un cordone di
scout, attenti a che il tutto possa svolgersi ordinatamente. Dietro
i gonfaloni di Comuni e Province accorsi da tutto il Paese.
C’è il Giglio di Firenze, la città che
ospita la XVIII Giornata della memoria e dell’impegno. Subito vicino
il gonfalone del Comune di Polistena, cittadina della Piana di Gioia
Tauro.
Sventolano i labari di Napoli, Torino,
Chiasso, Certaldo, Niscemi. Il gonfalone della Provincia di Catania
fa lo slalom tra le scolaresche.
Dietro i tanti sindaci, presidenti e
consiglieri, testimoni dell’impegno di una politica radicata nel
territorio contro le mafie, ecco le numerose associazioni. Ci sono i
sindacati, le associazioni studentesche. Le donne della Cisl portano
uno striscione che recita “Non contare, inizia a camminare”. Vicino
a loro il Comitato don Peppino Diana di Caserta, con i tanti
volontari di Libera. Subito dietro i ragazzi dell’Unione degli
studenti ballano al ritmo dei Sud Sound Sistem: “Simmu salentini, di
lu mundu cittadini”.
Gli scout dell’Agesci sorreggono la
bandierona della Pace, quella della marcia Perugia-Assisi, la
porteranno fino allo Stadio Franchi. Il corteo si muove, lungo,
allegro, composto. C’è la “banda degli sfiatati” che fa ballare gli
studenti di Salerno. Ci sono i volontari della Croce Viola, in tuta
arancione a dare la propria testimonianza. Gli insegnanti della Flc
Cgil di Firenze portano lo striscione con impressa una frase di
Gesualdo Bufalino: “Per sconfiggere la mafia serve un esercito di
maestri elementari”.
Firenze è curiosa. Lungo via Venti
settembre sono tanti i passanti che si uniscono al corteo. Tanti
applaudono, i balconi, nonostante il freddo, sono spalancati. La
memoria corre al 27 maggio 1993 quando un’autobomba piombò il
capoluogo toscano nel centro dell’attacco mafioso contro lo Stato.
Fu strage, quella di via dei Georgofili, di cui quest’anno si
commemora il ventennale. Lungo il tragitto vigili, poliziotti,
carabinieri, guardano soddisfatti non nascondendo la commozione per
i tanti colleghi morti nella lotta contro i boss.
Una vigilessa si allontana un attimo
dalla sua postazione. Va ad abbracciare la figlia adolescente che
partecipa al corteo. Tanti gesti di semplicità, quella necessaria
per imporre la legalità contro la violenza mafiosa.
Intanto, lentamente, il corteo
raggiunge lo Stadio Artemio Franchi. Inizia la lettura dei nomi…
Giovanni e Maria Gabriele, Deborah Cartisano, Daniela Marcone, Dario
Montana, Bruno Vallefuoco, Tilde Montinaro, Claudia Loi e tutti gli
altri... con loro centinaia di familiari di vittime delle mafie,
madri, padri, sorelle, fratelli...
Ciotti: non uccidiamoli
una seconda volta con il silenzio
"Siamo a Firenze, citta’ del Rinascimento
e siamo qui anche perche’ serve un rinascimento etico e sociale. Mi
auguro un rinascimento politico. Soprattutto un rinascimento delle
nostre coscienze. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi"...
Cosi
oggi Luigi Ciotti da Firenze, dopo il lungo abbraccio dei 150mila,
giunti da tutta Italia, per abbracciare i familiari delle vittime di
mafia e rinnovare impegno contro mafie e corruzione.
“Non uccidiamoli
una seconda volta, non uccidiamoli con la ritualita’, non uccidiamoli
con la mafiosita’ che puo’ annidarsi in ognuno di noi, nelle coscienze
addormentate o addomesticate” – ha aggiunto Ciotti. Dalle responsabilità
della politica, alla quotidianità dell’impegno antimafia, alla necessità
di una più incisiva azione antimafia, a seguire alcuni passaggi
dell’intervento di Luigi Ciotti.
Ci ha lasciato Teresa Mattei 92 anni, detta “Teresita“, la più giovane eletta nell’Assemblea costituente e per questo veniva chiamata “la ragazza di Montecitorio”. Vogliamo ricordarla così come l'ultima volta che è venuta a Donoratico il 21 maggio 2005 per partecipare ai Consigli Comunali aperti del Tavolo per la Pace della val di Cecina e nello stesso giorno alla Camminata per la Pace San Guido - Bolgheri. L'A.N.P.I.: "Raccoglieremo i suoi insegnamenti come testamento spirituale".
Una lettera per ricordare la partigiana e la costituente che si è spenta nei giorni scorsi nella sua casa di Lari: " Descrivere le opere e il grande contributo di Teresa Mattei non è facile, ma il suo ricordo è doveroso non solo per omaggiare la sua figura ma soprattutto per tramandare il suo esempio alle nuove generazioni. La sua storia è straordinaria: in giovanissima età fu cacciata da tutte le scuole del Regno per essersi rifiutata di assistere alle lezioni in difesa della razza e non esitò subito dopo a prendere parte come partigiana, con il nome di Chicchi." "La resistenza, la cosa più importante della nostra vita - disse una volta - è scegliere da che parte stare" e lei lo fece sempre, dimostrando chiaramente di credere nei valori della democrazia e della libertà. [ leggi tutto… ]