domenica 29 settembre 2019

Narcisismo patologico


NARCISISMO PATOLOGICO
[Giordano Ruini]
Davvero avete bisogno
di sapere se il clima è impazzito
se quella ragazzina è manovrata
se è vero che i ghiacciai si sciolgono
se l’Amazzonia brucia
se la plastica soffoca gli oceani
se il pianeta collasserà nel 2050
se le emissioni di Co2 sono sopra il livello di guardia?

A me basta
osservare la fila di auto al mattino sulla statale
per finire almeno otto ore al giorno in contesti tossici
costretti in ansie e doveri
vedervi fare quello che anestetizza l’anima
e non quello che vi libera
per tornare la sera cinici ingrigiti
A me basta vedere i vicini di casa
che sono più irritati dalle foglie della quercia in autunno
che dal rumore e dalla polvere dei camion

A me basta
sapere che vi sembra normale
lasciarvi imbruttire da un’altra banalità
incazzarvi per un commentino sui social
ma ignorare il continuo sperpero della vostra vita
e non cantare mai

A me basta
vedere quel ragazzino che si chiude in casa per sempre
perché non ne vuole sapere di questa infelicità
di questa burocratizzazione dell’umano
di questi adulti così marci che non comprendono
che la vera emergenza
è non saper riconoscere la meraviglia di un fiore

A me basta
vedere un esercito di depressi che bramano psicofarmaci e ansiolitici
riempiendo le tasche velenose di chi gli sta rubando la vita
e sentire dentro di me che questa depressione
è una ovvia risposta del corpo a tutto quello che non va e a cui non dico di no

A me basta
essere allergico al polline e far fatica a respirare
per l’aria tumorale di questa pianura
che cresce come il vostro Pil

A me basta
vedere i tuoi parenti che muoiono di cancro
per Augusta, per l’Ilva, per l’acqua contaminata, per il cibo guastato dal profitto
e sentire gli schiavi degli schiavi che dicono
“meglio morire di lavoro che di fame”

A me basta vedere
quanti soldi buttate per la ricerca contro le malattie
quando è questo costringersi alla falsità
che ci fa esplodere il pancreas
distrugge la cistifellea e annerisce il colon
e che le cellule diventano tumorali
perché la bellezza è oscurata e la gioia non trova spazio
Avete ancora bisogno di ascoltare i dibattiti e ragionare sui dati
per sapere che la casa è in fiamme
che l’inquinamento fuori è identico a quello dentro l’umano
che tu per primo stai bruciando
e che basta
la tua attenzione gentile
che ti fermi adesso, che respiri, che ti vedi
che basta il tuo cuore aperto e vulnerabile
per curare tutto il mondo?

A me basta.
 


mercoledì 25 settembre 2019

Giornata per eliminare le armi nucleari


  Il 26 settembre giornata per eliminare le armi nucleari: 

   lettera Anci e CRI

 

Il 26 settembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari. Nel mondo ci sono più di 13.800 testate nucleari e per questo il 7 luglio 2017 è stato approvato il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Si tratta del primo trattato che rende illegali l’uso, la minaccia, il possesso e lo stazionamento di armi nucleari.
Il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa è impegnato affinché il trattato venga adottato dal maggior numero di paesi. «Nuclear Experience – Croce Rossa Italiana per il disarmo nucleare» è la campagna sviluppata dalla CRI per sensibilizzare le persone sul tema delle armi nucleari affinché l’Italia aderisca al più presto al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari.
Nel 1954 il sindaco di Firenze Giorgio La Pira tenne un discorso al Comitato Internazionale della Croce Rossa dal titolo “Il valore delle città”. Davanti alla minaccia nucleare, La Pira rivendicò “il diritto all'esistenza delle città umane, un diritto di cui siamo titolari, noi della generazione presente, ma del quale sono titolari ancor di più gli uomini delle generazioni future”.
Insieme ad ANCI, chiediamo ai Comuni italiani e ai Comitati CRI di aderire alla campagna social che si svolgerà il 26 settembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari, per chiedere che l’Italia aderisca al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari.

Lettera, a firma del Segretario generale di ANCI, VeronicaNicotra e del Segretario generale della Croce Rossa Italiana, FlavioRonzi con relativo allegato inerente “La giornata internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari” prevista per il prossimo 26 settembre e la campagna social “Il Valore delle città”.
L’auspicio è che tutti i Comuni possano caricare sui loro siti e sulle loro pagine istituzionali contenuti e immagini per chiedere che l’Italia aderisca al trattato per l’eliminazione delle armi nucleari.

giovedì 12 settembre 2019

Gli incendiari gridano al fuoco

Amazzonia, gli incendiari gridano al fuoco


Ieri alleati, oggi nemici: i Paesi che hanno investito in Brasile, spronando l’industria a sfruttarne le ricchezze in modo sfrenato, ora denunciano i disastri di siffatto modello economico.
[di Manlio Dinucci]
Di fronte al dilagare degli incendi in Amazzonia, il vertice del G7 ha cambiato la sua agenda per «affrontare l’emergenza».
I Sette Grandi – Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Canada e Stati uniti – hanno assunto, insieme all’Unione europea, il ruolo di vigili del fuoco planetari. Il presidente Macron, in veste di capo pompiere, ha lanciato l’allarme «la nostra casa è in fiamme». Il presidente Donald Trump ha promesso il massimo impegno statunitense nell’opera di spegnimento degli incendi. I riflettori mediatici si concentrano sugli incendi in Brasile, lasciando in ombra tutto il resto.
Anzitutto il fatto che ad essere distrutta non è solo la foresta amazzonica (per i due terzi brasiliana), ridottasi nel 2010-2015 di quasi 10 mila km2 l’anno, ma anche la foresta tropicale dell’Africa equatoriale e quella nell’Asia sud-orientale.
Le foreste tropicali hanno perso, in media ogni anno, una superficie equivalente a quella complessiva di Piemonte, Lombardia e Veneto. Pur differendo le condizioni da zona a zona, la causa fondamentale è la stessa: lo sfruttamento intensivo e distruttivo delle risorse naturali per ottenere il massimo profitto.
In Amazzonia si abbattono gli alberi per ricavarne legname pregiato destinato all’esportazione. La foresta residua viene bruciata per adibire tali aree a colture e allevamenti destinati anch’essi all’esportazione. Questi terreni molto fragili, una volta degradati, vengono abbandonati e si deforestano quindi nuove aree. Lo stesso metodo distruttivo viene adottato, provocando gravi danni ambientali, per sfruttare i giacimenti amazzonici di oro, diamanti, bauxite, zinco, manganese, ferro, petrolio, carbone. Contribuisce alla distruzione della foresta amazzonica anche la costruzione di immensi bacini idroelettrici, destinati a fornire energia per le attività industriali.
Lo sfruttamento intensivo e distruttivo dell’Amazzonia viene praticato da compagnie brasiliane, fondamentalmente controllate – attraverso partecipazioni azionarie, meccanismi finanziari e reti commerciali – dai maggiori gruppi multinazionali e finanziari del G7 e di altri paesi.
Ad esempio la JBS, che possiede in Brasile 35 impianti di lavorazione di carni dove si macellano 80 mila bovini al giorno, ha importanti sedi in Usa, Canada e Australia, ed è largamente controllata attraverso quote del debito dai gruppi finanziari creditori: la JP Morgan (Usa), la Barclays (GB) e le finanziarie della Volkswagen e Daimler (Germania).
La Marfrig, al secondo posto dopo la JBS, appartiene per il 93% a investitori statunitensi, francesi, italiani e ad altri europei e nordamericani. La Norvegia, che oggi minaccia ritorsioni economiche contro il Brasile per la distruzione dell’Amazzonia, provoca in Amazzonia gravi danni ambientali e sanitari con il proprio gruppo multinazionale Hydro (per la metà di proprietà statale) che sfrutta i giacimenti di bauxite per la produzione di alluminio, tanto che è stato messo sotto inchiesta in Brasile. I governi del G7 e altri, che oggi criticano formalmente il presidente brasiliano Bolsonaro per pulirsi la coscienza di fronte alla reazione dell’opinione pubblica, sono gli stessi che ne hanno favorito l’ascesa al potere perché le loro multinazionali e i loro gruppi finanziari abbiano le mani ancora più libere nello sfruttamento dell’Amazzonia.
Ad essere attaccate sono soprattutto le comunità indigene, nei cui territori si concentrano le attività illegali di deforestazione. Sotto gli occhi di Tereza Cristina, ministra dell’agricoltura di Bolsonaro, la cui famiglia di latifondisti ha una lunga storia di occupazione fraudolenta e violenta delle terre delle comunità indigene.

Camp Darby e il porto nucleare di Livorno


CAMP DARBY E IL PORTO NUCLEARE DI LIVORNO

 

RETE CIVICA LIVORNESE CONTRO LA NUOVA NORMALITA' DELLA GUERRA,

TAVOLO PER LA PACE DELLA VAL DI CECINA

 

CAMP DARBY E IL PORTO NUCLEARE DI LIVORNO

video realizzato dalla rete civica livornese contro la nuova normalità della guerra sul crocevia delle guerre statunitensi: camp darby e il porto nucleare di Livorno




Campagna uscita Italia dalla Nato

 
Campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO - per un’Italia neutrale.

C’è finalmente un ministro degli Esteri che si impegnerà a far aderire l’Italia al Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari?
di Manlio Dinucci
Il neoministro Luigi Di Maio ha sottoscritto nel 2017 il Parliamentary Pledge dell’Ican, coalizione internazionale insignita del Premio Nobel per la Pace. In tal modo il capo politico del Movimento 5 Stelle – attuale ministro degli Esteri – si è impegnato a «promuovere la firma e la ratifica di questo Trattato di rilevanza storica» da parte dell’Italia. 
L’Impegno Ican è stato sottoscritto anche da altri attuali ministri 5 Stelle – Alfonso Bonafede (Giustizia), Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), Fabiana Dadone (Pubblica Amministrazione) – e da altri parlamentari del M5S, come Roberto Fico e Manlio Di Stefano. C’è però un problema. 
All’Articolo 4 il Trattato stabilisce: «Ciascuno Stato parte che abbia sul proprio territorio armi nucleari, possedute o controllate da un altro Stato, deve assicurare la rapida rimozione di tali armi». 
Per aderire al Trattato Onu, l’Italia dovrebbe quindi richiedere agli Stati uniti di rimuovere  dal nostro territorio le bombe nucleari B-61 (che già violano il Trattato di non-proliferazione) e di non installarvi le nuove B61-12 né altre armi nucleari. 
Inoltre, poiché l’Italia fa  parte dei paesi che (come dichiara la stessa Nato) «forniscono all’Alleanza aerei equipaggiati per trasportare bombe nucleari, su cui gli Stati uniti mantengono l’assoluto controllo, e personale addestrato a tale scopo», per aderire al Trattato Onu l’Italia dovrebbe chiedere di essere esentata da tale funzione. 
Richieste impensabili da parte del secondo governo Conte che, come il primo, considera gli Stati uniti «alleato privilegiato». Qui si scoprono le carte. 
L’Impegno Ican è stato sottoscritto in Italia da oltre 200 parlamentari, per la maggior parte del Pd e del M5S (circa 90 ciascuno), gli attuali partiti di governo. Con quale risultato? 
Il 19 settembre 2017, il giorno prima che il Trattato venisse aperto alla firma, la Camera approvava una mozione Pd (votata anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia) che impegnava il governo Gentiloni a «valutare la possibilità di aderire al Trattato Onu».
Da parte sua il M5S non chiedeva l’adesione al Trattato Onu, e quindi la rimozione dall’Italia delle armi nucleari Usa, ma di «dichiarare l'indisponibilità dell'Italia ad utilizzare armi nucleari, e a non acquisire le componenti necessarie per rendere gli aerei F-35 idonei al trasporto di armi nucleari». Ossia che gli F-35, concepiti per l’attacco nucleare soprattutto con le B61-12, siano usati dall’Italia con una sorta di sicura che impedisca l’uso di armi nucleari. 
Il giorno dopo il Consiglio nord-atlantico, con il pieno consenso italiano, ha respinto e attaccato il Trattato Onu. 
Esso è stato finora firmato da 70 paesi ma, a causa delle pressioni Usa/Nato, ratificato solo da 26 mentre ne occorrono 50 perché entri in vigore. 
Lo stesso è  avvenuto con il Trattato sulle forze nucleari intermedie affossato da Washington. Sia in sede Nato, Ue e Onu, il primo governo Conte si è accodato alla decisione statunitense, dando luce verde alla installazione di nuovi missili nucleari Usa in Europa, Italia compresa. 
Il solenne Impegno sottoscritto dai parlamentari Pd, 5 Stelle e altri si è rivelato dunque, alla prova dei fatti, un espediente demagogico per raccogliere voti. Se per qualcuno non è così, lo dimostri coi fatti. 
A causa dell’«imprescindibile legame con gli Stati uniti», ribadito ieri da Conte nel discorso alla Camera, l’Italia viene privata della propria sovranità e trasformata in prima linea della strategia nucleare Usa. Con il consenso e il complice silenzio multipartisan.

per sostenere la campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO - per un’Italia neutrale fai click qui   (https://www.change.org)



Noi non archiviamo


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LUCIANO SCALETTARI “ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN. DEPISTAGGI E VERITA’ NASCOSTE A 25 ANNI DALLA MORTE”
CRESCERE INFORMANDOSI incontra il giornalista LUCIANO SCALETTARI, autore con Luigi Grimaldi del libro dal titolo “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte”.
Si inizia con un’attenta analisi del quadro storico e della situazione geopolitica della Somalia nel periodo in cui avvenne il duplice omicidio. Ormai è certo che, Ilaria Alpi, stava volgendo molte indagini pericolose strettamente correlate tra loro, dal traffico d’armi ai rifiuti pericolosi passando per la cosiddetta “malacooperazione”, una loro approfondita disamina è fondamentale per capire i motivi di quanto accaduto. Indagini, purtroppo, sparite e che nessuno riuscì ad utilizzare. Altro aspetto affrontato, è quello legato alle numerose morti sospette che si sono verificate in questi 25 anni e strettamente collegate con la morte di Ilaria e Miran. Il mistero del satellite americano che avrebbe ripreso le immagini di quanto accaduto è un un’altro argomento esaminato nel corso di questo incontro. Infine, si sviluppa il tema di cosa si nasconda veramente dietro questi omicidi e perchè non si riesca a accertare la verità in nessuna aula di Tribunale.