Presidio di protesta in Via Grande a Livorno
Arriva nel porto di Livorno ancora
una nave della flotta che trasporta armamenti per conto del Dipartimento della
Difesa Statunitense, la flotta che chiamano del "Programma di Sicurezza
Marittima". Questa è la volta della Liberty Passion, ma un altro arrivo ci
sarà l'11 dicembre e un altro ancora il 30 dicembre.
Camp Darby è la più grande
santabarbara del pianeta al di fuori degli USA e da lì e dal porto di Livorno
si rifornisce il fronte della guerra in Siria e Yemen.
Diciamo basta all'uso del porto di
Livorno per la guerra, non vogliamo essere la retrovia delle guerre americane.
APPUNTAMENTO IN VIA GRANDE, ANGOLO VIA DEL
GIGLIO A LIVORNO - NEI PRESSI DEL MERCATO
Presidio di protesta in Via Grande
a Livorno:
il 26 Ottobre alle 10:30 per l’arrivo in
porto della Liberty Passion;
il 12 Dicembre per l’arrivo della
Liberty Promise.
La Liberty Peace arriverà il 30 Dicembre.
Sono tutte navi del Maritime
Security Program (MSP), il programma del Dipartimento della Difesa USA per il
trasporto di armi.
Con CAMP DARBY fra Pisa e Livorno,
siamo di fatto RETROVIA delle guerre
americane dal 1990 in
poi, siamo infatti “zona di territorio alle spalle delle grandi unità operanti, ove si svolge il fluire dei
rifornimenti, s’impiantano i depositi di materiale, le officine di riparazione
e si raccoglie e ordina tutto ciò che serve ad alimentare l’attività nell’area
di combattimento”
(“Retrovia”
in vocabolario Treccani)
Oggi sono ormai avviati i lavori
per un nuovo troncone ferroviario dalla Stazione di Tombolo all’Area Stoccaggio
Munizioni interna alla base, con un nuovo ponte girevole sul Canale dei
Navicelli, e il rifacimento della banchina di Tombolo Dock, per una più rapida
ed efficiente movimentazione dei carichi di armi che arrivano o partono via
mare, direttamente dal porto di Livorno.
Le elezioni di mid-term negli
Stati Uniti (6 novembre 2018) determineranno la prosecuzione della guerra in
Siria o il suo spostamento su un altro campo di battaglia.
Come si conviene quando è in campo
l’Arabia Saudita, continua la guerra in Yemen nel silenzio, come quello che ha
accompagnato la macellazione del giornalista Khashoggi.