venerdì 24 maggio 2013

Notizie


Una lezione di vita e di coraggio

Il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Se non sentiamo che quel tritolo ha ucciso anche noi, allora la memoria diventa solo celebrazioni e retorica.
Queste morti graffiano dentro le nostre coscienze e ci costringono a fare di più. Tutti. Il 23 maggio è una lezione di vita e di coraggio, una lezione di cui non conosciamo ancora tutte le verità. In Italia, purtroppo, non c'è una strage di cui si conosca a pieno la verità.

A Palermo per non dimenticare

 «Oggi è una giornata importante e non scordate mai questa data» ha detto il neoministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, salutando i quasi tremila ragazzi in arrivo con le Navi ribattezzate “Giovanni” e “Paolo”. Citando lo slogan dello striscione sorretto dai ragazzi sbarcati dalle Navi della legalità (‘Giovanni Falcone, le tue idee cammineranno sulle nostre gambe) la ministro si è rivolta ai ragazzi dicendo: «anche il vostro futuro camminerà sulle vostre gambe». “Il peggior nemico della mafia è la scuola – ha infine aggiunto. Il 23 maggio è una data scolpita nella coscienza e vorrei che rimanesse nella memoria e nella storia”. Un viaggio, quello affrontato quest’anno dagli oltre mille studenti in arrivo da tutta Italia e le rappresentanze giunte da 13 Paesi europei, che ha affrontato anche il maltempo. Ma – come spiega ai giornalisti presenti a Palermo, il presidente del Senato, Piero Grasso, le Navi della Legalità sono riuscite a partire anche quest’anno. «Al momento di partire stavamo per abbandonare l’idea ma abbiamo deciso che le sfide vanno affrontate e abbiamo vinto questa sfida». «Sarebbe stata una giornata molto diversa senza questa accoglienza e l’unione di tutta, di tutta l’Italia qui – ha aggiunto -. È un bellissimo giorno, la Sicilia è sempre accogliente con tutti quelli che vengono in questa terra».
“Serve un impegno continuo. Non li hanno uccisi – ha detto sulla Nave partita da Napoli, il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti. Ma è essenziale ha aggiunto trasformare i “no” in “Noi”. Non siamo cittadini a intermittenza ma sempre. Non basta commuoversi, bisogna muoversi di più tutti insieme”.

Don Andrea Gallo

Diceva: "i miei vangeli non sono quattro… Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo De Andrè, un cammino cioè in direzione ostinata e contraria. E possiamo confermarlo, constatarlo: dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori”.
Forse il modo migliore per ricordare Don Andrea Gallo, scomparso a Genova dopo una lunga malattia all’età di 85 anni, sarebbe proprio quello di ripercorrere la sua parabola umana attraverso le sue stesse parole e quelle, intense e illuminanti, di un suo illustre concittadino, quel Fabrizio De Andrè che fu – come Don Gallo – il paladino degli ultimi e degli oppressi.
Accomunati da uno stesso ideale (civile per Faber, civile e spirituale per il “prete di strada”), hanno entrambi speso la loro vita combattendo la più nobile delle battaglie, l’uno con l’arma folgorante della poesia, l’altro con la forza di un amore veramente cristiano. Solo il tempo dirà se usciranno sconfitti o vincitori. In ogni caso, hanno combattuto dalla parte giusta.

100 mila per Don Pino Puglisi:

"Brancaccio ha un santo in più in paradiso"


“Imputato, dica alla Corte perché l'avete fatto”


“Quel prete prendeva i ragazzi dalla strada, ci martellava con la sua parola, ci rompeva le scatole”....


20 anni fa il prete fu ucciso dalla mafia
Don Pino Puglisi, fede e coraggio
15 settembre 1993: morte annunciata (Leggi tutto su: "Io Reporter"...)


di Francesco Inguanti – su www.siciliainformazioni.com
Palermo si prepara alla beatificazione di don Pino Puglisi che avverrà sabato 25 alle ore 10,30 al Foro Italico forse con più trepidazione dell’ottobre del 2010, quando giunse a Palermo Benedetto XVI. La ben collaudata macchina organizzativa di allora si è rimessa velocemente in moto quando è apparso chiaro che le preoccupazioni iniziali, che facevano ritenere di non riuscire a riempire lo stadio Lorenzo Barbera, hanno fatto posto alla ben più bella soddisfazione di una previsione di pellegrini di maggiori dimensioni.
“Navighiamo ormai verso quota 100.000” fanno sapere dalla Curia palermitana, in un misto di mal celata preoccupazione e visibile gioia.
Le iniziative già svolte e da svolgere per prepararsi all’evento ormai non si contano più. A quelle rinvenibili sul sito ufficiale della Diocesi vanno aggiunte quelle spontanee, nate nelle parrocchie e tra i movimenti.
Brancaccio torna ad essere sotto i riflettori. Il quartiere vive la vita di sempre tra degrado e indifferenza. Stesse macchine parcheggiate sui marciapiedi, stessa immondizia da raccogliere, poco viavai di clienti nei negozi. Il disinteresse sembra prevalere.
Ma appena nomini don Pino il clima cambia. Don Pino è vivo e presente non solo nei ricordi, ancora molto vivi, ma soprattutto nel patrimonio di testimonianza cristiana e solidarietà umana che ha lasciato. Come dire: pensatela come volete, ma non toccate don Pino.
Don Maurizio Francoforte è l’attuale responsabile della parrocchia di San Gaetano. Giunto a Brancaccio 5 anni fa, dopo una qualificata “gavetta” di due anni allo Zen, col compianto padre Galizzi e di 4 anni al quartiere Zisa, dall’ottobre del 2008 ha raccolto il testimone di don Pino e lo porta avanti con lo stesso stile e la stessa dedizione. Blue jeans e maglietta, croce al colletto, corporatura minuta, utilitaria da rottamare, sembra una sorta di reincarnazione di don Puglisi

Apri la bocca e fai fuoco...

[Fiorella Mannoia]
Questa Italia non mi piace….
Io faccio parte di quei milioni di italiani e non siamo pochi: siamo la metà del Paese, che non si riconoscono in questo Governo, che non si riconoscono nemmeno in questa opposizione. Noi siamo “figli di nessuno”, quelli della terra di mezzo, quelli che scrutano l’orizzonte sperando che si palesi qualcuno, che ne so, un uomo, una donna, un gruppo volenteroso di persone, che ci tiri fuori dal pantano in cui siamo, fuori da questa crisi economica, culturale, etica, morale, in cui siamo sprofondati; me lo auguro di tutto cuore.
Io lo so che “ci vogliono lavorare i fianchi” per vederci rassegnati…. e invece no, meglio sognare che rassegnarsi…. Rassegnati mai !
Siccome penso che abbiamo un’unica arma, che è la nostra voce, facciamo sentire la nostra voce, non facciamoci mettere il bavaglio. Apriamo la bocca e facciamo fuoco!

giovedì 23 maggio 2013

Don Andrea Gallo

Diceva: "I miei vangeli non sono quattro… Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo De Andrè, un cammino cioè in direzione ostinata e contraria. E possiamo confermarlo, constatarlo: dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori”. 
Forse il modo migliore per ricordare Don Andrea Gallo, scomparso a Genova dopo una lunga malattia all’età di 85 anni, sarebbe proprio quello di ripercorrere la sua parabola umana attraverso le sue stesse parole e quelle, intense e illuminanti, di un suo illustre concittadino, quel Fabrizio De Andrè che fu – come Don Gallo – il paladino degli ultimi e degli oppressi. 
Accomunati da uno stesso ideale (civile per Faber, civile e spirituale per il “prete di strada”), hanno entrambi speso la loro vita combattendo la più nobile delle battaglie, l’uno con l’arma folgorante della poesia, l’altro con la forza di un amore veramente cristiano. Solo il tempo dirà se usciranno sconfitti o vincitori. In ogni caso, hanno combattuto dalla parte giusta.

venerdì 3 maggio 2013

Omicidio Ilaria Leone


Comunicato stampa

omicidio Ilaria Leone
Castagneto Carducci li 3/5/2013
Il Tavolo per la Pace della val di Cecina, appresa la gravissima notizia dell’omicidio di Ilaria Leone, giovane ragazza di Castagneto Carducci, trovata morta ieri mattina nella campagna intorno al paese, esprime una forte condanna a questo atto di violenza inaudita che ancora una volta vede coinvolta una donna come segno sacrificale di una brutalità e di una aggressività sempre in aumento in questa brutta società che sempre più assomiglia ad un insieme di “bruti e  bestie”, come affermava Dante nella Divina Commedia, purtroppo “la virtute e conoscenza” è una meta ancora lunga da raggiungere e nel frattempo le donne sono costrette a pagare questo pesante tributo, non più accettabile, non più sopportabile, non solo per una famiglia distrutta dal dolore ma anche per una intera comunità che stasera (venerdì) alle ore 21,30 in Piazza del Popolo a Castagneto Carducci parteciperà ad una veglia per Ilaria, organizzata dal Comune che chiama a partecipare tutti coloro che vogliono dire ORA BASTA a questo stato di cose. Anche il Tavolo per la Pace della val di Cecina invita tutti a partecipare alla veglia per dire con il proprio silenzio e con la propria presenza che questo NO non lo accettiamo più. Basta sacrifici sul corpo delle donne.